lunedì 26 luglio 2010

Guida turistica o Mediatore culturale?


In questa bollente estate abbiamo deciso di passare qualche giorno a Trieste, città che da tempo ci affascinava. Così, dopo aver accumulato informazioni su decine di destinazioni diverse, abbiamo prenotato un B&B sul lungomare cittadino e siamo finalmente partiti.

La città ha pienamente soddisfatto le nostre aspettative: bellissima, monumentale eppure a misura d’uomo, con quella piazza di indescrivibile bellezza che si apre sul mare..

Per approfondire la conoscenza della città abbiamo accolto il suggerimento del locale Ufficio di Informazioni turistiche in merito all’acquisto per 15 euro a testa di una ‘card’ valida per 48 ore durante le quali avremmo potuto seguire una visita guidata ed entrare gratuitamente in un enorme numero di musei e strutture varie.

Ci è stato fornito un libretto in cui erano elencate tutte le strutture convenzionate con la card nell’ambito della città, della Provincia e della Regione (e mentre lo sfogliavo mi veniva in mente l’esperimento Lucca Card dello scorso anno..) e diligentemente ci siamo presentati all’appuntamento con la Guida Turistica la mattina seguente alle 10,30.

La solerte addetta ha fatto l’appello e poi ci ha affidato al professionista che ci avrebbe fatto scoprire le meraviglie di Trieste in un paio d’ore. Perché questo è ciò che ci si aspetta da una Guida Turistica locale, vero? Ci si aspetta che faccia il miracolo di consegnarci una città, un popolo, una storia millenaria in un paio d’ore e se partiamo con questa grandiosa aspettativa saremo naturalmente delusi perché nemmeno il professionista più straordinario può compiere questo genere di miracoli, figuriamoci le audioguide e o le guide cartacee tanto per fare un po’ di polemica..

Quindi con umiltà ed entusiasmo abbiamo fatto la conoscenza con la Guida.

In realtà devo dire che non so, non ‘non ricordo’, non so proprio il nome della guida che ci ha portati a spasso perché non si è nemmeno presentato al gruppo ed è partito subito in quarta raccontandoci la storia di Trieste..

E qui, tralasciando altre cosette che mi hanno lasciato un forte senso di delusione per come è andato il tour, parte la mia riflessione che ho voluto sintetizzare nel titolo di questo post: Guida Turistica o Mediatore Culturale?

L’attuale Legge Toscana definisce con sufficiente precisione i termini della Professione di Guida Turistica eppure secondo me ciò non è sufficiente a definire la complessità e le sfaccettature di questo operatore o professionista, complessità che spesso non è chiara nemmeno a chi, armato delle migliori speranze e di una abilitazione nuova di zecca, si tuffa (spesso in modo maldestro o troppo aggressivo) nel mondo del turismo.

Preferisco di gran lunga la definizione che FEDERAGIT Roma riporta sul proprio sito: "(Guida Turistica) intesa come figura di intermediazione culturale, che sensibilizza i visitatori ai valori della tutela del patrimonio culturale e ambientale"

Ecco.. Secondo me la Guida Turistica dovrebbe essere riconosciuta come Mediatore Culturale: un professionista attento ai cambiamenti del proprio territorio e alla necessità di renderli visibili e condividerli non solo con chi viene a ‘trovarci’ come i turisti, ma anche a chi nel territorio ci vive e spesso vede i cambiamenti come un pericolo. Io vedo nella Mediazione Culturale una nuova dimensione della Guida Turistica, una nuova e più ampia professionalità che può inserire questa figura ancora più stabilmente nelle maglie del territorio e della città.

Chi meglio di una Guida Turistica che è sempre in costante aggiornamento, che ‘sta sempre in giro’ può farsi campanello d’allarme per i disagi del territorio per esempio? O magari suggerire strategie per migliorare l’accessibilità urbana? Chi può segnalare le mancanze nell’informazione e nell’accoglienza del turista e del cittadino? Una Guida Turistica che conosce i negozianti, gli esercenti, gli abitanti e che è spesso a contatto con ‘la base’ di una città o di un territorio è senza dubbio una cartina tornasole molto più efficace di tante costose ricerche di mercato.

Secondo me va rivalutato e rafforzato questo rapporto che la Guida può stabilire (se lo vuole, naturalmente) con i protagonisti quotidiani della vita del territorio perché attraverso questa capacità la Guida si può davvero trasformare in un Mediatore ovvero in un soggetto attivo, partecipe ed interessante per tutti, non solo per i ‘turisti‘.

In questo modo, la percezione della figura professionale della Guida turistica potrebbe da una parte essere ‘svecchiata’ da una serie di luoghi comuni che la allontanano da molti possibili clienti e dall’altra parte diventerebbe una figura più complessa e ‘difficile’ e meno appetibile a coloro che credono di ‘diventare guide turistiche’ e poi ‘fare i soldi’ con poca fatica.

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