domenica 3 aprile 2011

Gimcane per cittadini e turisti




Nell'articolo si parla di Prato, ma io ci metto qualche foto di Lucca perchè la situazione è molto simile!

Il Tirreno del 02-04-2011
Gimcana sulla sedia a rotelle
di Barbara Burzi
Il calvario quotidiano di un anziano disabile di Mezzana. Venturino racconta il suo disagio: «Nessuno mi ha mai ascoltato»

PRATO. Buche che sembrano voragini, dislivelli nel terreno e barriere architettoniche rendono il passaggio in via dei Caselli a Mezzana difficile per tutti e pericoloso per anziani e disabili. Questa non è una città a misura d’uomo vista dagli occhi del signor Venturino Venturini Degli Esposti costretto sulla sedia a rotelle dal 2007 a causa di un aneurisma circolatorio.
Venturino non è in grado di poter uscire dal giardino di casa quando ne ha voglia, se in quel momento non si trova qualcuno disponibile ad accompagnarlo. «Per me è un problema uscire da solo anche per una breve passeggiata perché la strada è martoriata, il manto stradale non viene sistemato dal 1981 - spiega - Se finisco in una buca rischio di cadere, non solo io che mi muovo in carrozzina, ma anche chi viaggia in motorino e bicicletta».
Purtroppo, il signor Venturino di 84 anni non ha sempre la possibilità di farsi accompagnare. Poco male, con la carrozzella, infatti, riuscirebbe a muoversi in autonomia se non fosse per la gimcana a ostacoli che deve affrontare ogni volta in cui mette il naso fuori di casa. Colpa dei marciapiedi che nessuna amministrazione ha mai pensato di costruire continuando, tuttavia, a mantenere il doppio senso di circolazione. «Per andare ai giardini di via Picasso che si trovano nelle vicinanze - continua - ho paura di essere investito dalle auto, cerco di stare rasente ai lati, ma se ci fossero i marcipiedi sarebbe diverso. Mi sono rivolto alla Circoscrizione e in passato abbiamo raccolto anche le firme, ma non è servito a niente».
Gli fa eco la moglie rincarando la dose. «Ci siamo rivolti ai giornali perché nessuno ci ascolta - dice la signora Anna Colucci - non è più possibile andare avanti così e non è nemmeno giusto che mio marito debba essere vincolato a me per uscire di casa. Non posso sempre accompagnarlo, non ce la faccio, né stare col pensiero che gli succeda qualcosa se esce da solo».
Quello che appare un problema personale diventa sociale dal momento in cui alle “barriere architettoniche” si somma il malcostume di certa gente. «Qui, specie la sera, si riempie di macchine di persone che vanno a giocare a calcio nei campetti di fronte - aggiunge - non sapendo dove parcheggiare, può capitare che lascino l’auto anche davanti a casa mia nonostante ci siano le strisce gialle a indicare il posto riservato agli invalidi. E’ importante che resti libero perché serve alla Misericordia quando viene a prendermi con l’autoambulanza per portarmi alle visite»