Il Turismo è un fenomeno complesso e sfaccettato la cui analisi non può prescindere dai riferimenti normativi che ci arrivano dalla Comunità Europea.
E' necessario citare il Trattato di Maastricht del 1992 che, riconoscendo come politica comunitaria anche la protezione dei consumatori e lo sviluppo delle reti trans-europee (trasporti, comunicazioni, energia) quale simbolo della libera circolazione, introduce il principio di sussidiarietà. Esso, prima ancora che un principio organizzativo del potere, è un principio antropologico che esprime una concezione globale dell'uomo e della società, in virtù del quale il fulcro dell'ordinamento giuridico è la persona umana, intesa sia come individuo che come legame relazionale.
A livello di organizzazione del potere, quindi, le funzioni vengono attribuite al livello ‘più basso’ di governo e l'Unione (il livello più alto) interviene solo laddove l'azione dei singoli Stati non sia sufficiente al raggiungimento dell'obiettivo: tale principio viene definitivamente ratificato in Italia con la modifica del Titolo V della seconda parte della Costituzione (2001).
“La Toscana è stata la prima regione italiana a raccogliere in un 'Testo Unico delle leggi regionali in materia di turismo' L.R n. 42 del 23 marzo 2000 e relativo regolamento di esecuzione DPGR 23 aprile 2001, n. 18R, le normative regionali del settore. Sulla scia di quanto fatto dalla Toscana, altre regioni italiane hanno poi seguito questa strada." (Osservatorio Nazionale del Turismo)
Tali
provvedimenti, pur rifacendosi alla legge quadro n. 217 del 17 maggio
1983, in buona sostanza ne determinarono il superamento.
La Regione Toscana, inoltre, interviene nel settore del turismo con il Piano integrato della cultura a cui si rimanda per approfondimenti.
La competenza Regionale sul Turismo emerge ancora più forte dopo la cancellazione di 19 articoli del Codice del Turismo che, in qualche modo, la limitavano: le Regioni decidono anche in merito alle professioni del turismo in base alle peculiarità e alle esigenze del territorio.
Per quanto riguarda la Toscana:
- E' guida turistica chi, per professione, accompagna persone singole o gruppi di persone con lo scopo di illustrare le attrattive storiche, artistiche, monumentali, paesaggistiche nonché le risorse produttive del territorio.
- E' accompagnatore turistico chi, per professione, accompagna singole persone o gruppi durante i viaggi sul territorio nazionale o estero per curare l'attuazione dei programmi di viaggio e assicurare i necessari servizi di assistenza per tutta la loro durata, fornendo significative informazioni di interesse turistico sulle zone di transito, con esclusione dell'ambito di competenza della guida turistica.
- E' guida naturalistico-ambientale chi, per professione, accompagna persone singole o gruppi assicurando la necessaria assistenza tecnica, nella visita di ambienti naturali, anche antropizzati, di musei eco-ambientali, allo scopo di illustrarne gli elementi, le caratteristiche, i rapporti ecologici, il legame con la storia e le tradizioni culturali, le attrattive paesaggistiche e di fornire, inoltre, elementi di educazione ambientale. Sono esclusi quei percorsi che richiedono comunque l'uso di attrezzature e di tecniche alpinistiche.
Per quanto riguarda la figura professionale della guida turistica (di cui si è occupato anche il C.E.N. Centro Europeo di Normalizzazione),
buona capacità relazionale e organizzativa sono requisiti
imprescindibili per saper rispondere alle aspettative dei visitatori. La
guida deve sapersi relazionare col pubblico per coglierne i bisogni
impliciti e espliciti per poterli poi soddisfare attraverso modalità
differenziate in base al target di riferimento ovvero è necessaria la
capacità di adeguare le proprie risposte agli interlocutori che possono
essere diversi per cultura, lingua, provenienza, età, formazione,
abilità..
Questa professione può davvero ulteriormente specializzarsi e formarsi anche per garantire un servizio turistico che consenta l’abbattimento delle barriere di cultura e comunicazione
al fine di favorire una vera e completa integrazione sociale, cogliendo
l’opportunità che offrono le nuove nicchie di mercato che vengono
individuate nell’ambito del turismo accessibile.La guida che avrà ritenuto opportuno acquisire gli strumenti per affrontare la nuova situazione e per modulare il proprio intervento a seconda dell’utenza che si può presentare, diventa un professionista in grado di gestire la presentazione e la valorizzazione del prodotto turistico in maniera completa: ambasciatore e autore di un sistema ospitale che si propone come efficace mediatore culturale in senso totale, capace di valicare le barriere e di gestire le difficoltà.
Inoltre,
la guida può agire da stimolo, sia segnalando le strutture non
‘friendly’ e richiedendone l’adeguamento, sia pungolando gli operatori
del turismo affinché valutino le opportunità che derivano da un
atteggiamento nuovo e maturo di fronte alla clientela che necessità un
particolare supporto (ripetiamo: dal genitore col passeggino,
all’anziano, al portatore di handicap, all’allergico, al bambino,
ecc..).
Beppe Severgnini in uno dei suoi libri (Manuale dell’imperfetto viaggiatore edizione 2000 Rizzoli, Milano) ci dice che: “Viaggiare è un atto di umiltà” ed è sicuramente vero, così come è vero che anche accogliere chi viaggia è un atto di umiltà: il momento in cui gli individui si incontrano mettendo a confronto le proprie esperienze è una fiamma da cui può derivare un conflitto o da cui si può accendere una luce.
L’incontro con persone nuove può essere per alcuni fonte di divertimento, esplorazione, compagnia, mentre per altri può essere occasione di disagio e resistenza e un professionista come deve essere la guida turistica non può prescindere da tutte queste riflessioni.
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